fede

Il miracolo della clarissa beata

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 14-11-2023

Così le monache cappuccine di Napoli vogliono far conoscere la loro fondatrice: la beata Maria Lorenza Longo

Le avevamo lasciate esultare per lo scudetto del Napoli e i loro video erano diventati virali sul web e i social network. Oggi le Clarisse Cappuccine di Napoli le ritroviamo in vesti di studiose. Si sono date appuntamento il 10 e l’11 novembre nel monastero di Santa Maria in Gerusalemme, tra i vicoli del Decumano superiore per parlare del loro ordine, e sopratutto della sua fondatrice: la beata Maria Lorenza Longo (1463-1539).

LA “SPIEGAZIONE” DI SUOR ROSA
Suor Rosa Lupoli, madre abbadessa delle “Trentatrè” (così sono soprannominate le Cappuccine di Napoli), tra le prime suore di clausura a sperimentare l’uso di facebook per mettersi in contatto con l’esterno e aprire le porte della clausura al mondo virtuale, ha spiegato che si è trattato di una “due giorni” che ha messo al centro i monasteri delle Cappuccine in Italia e in Spagna. L’obiettivo della riunione napoletana, a pochi giorni dalla festa liturgica della Longo (21 ottobre), è stato di far conoscere la storia della beata, non solo nelle vesti di grande donna di carità, fondatrice dell’ospedale Incurabili, ma anche in quelle di ispiratrice di un ordine religioso al passo con i tempi.

“ARDORE MISSIONARIO”
Nella sua Causa di beatificazione si legge che la fede della beata Longo «si manifestò nel suo ardore missionario, nel grande affetto e rispetto alla Chiesa e al Papa, nel suo amore per l’Eucaristia e per i sacerdoti e nella sua devozione alla Passione di Gesù».

IL MIRACOLO
Per la beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, da “tubercolosi pleuro- polmonare cronica con evoluzione tisiogena e localizzazione extrapolmonare”. L’evento accadde nel 1881 a Napoli (Italia). Suor Maria Cherubina Pirro, religiosa professa del Monastero di S. Maria in Gerusalemme, detto “delle 33 Cappuccine” a Napoli, nel giugno del 1876 ebbe una febbre intermittente. Le fu diagnosticata una tisi incipiente con lesione dell’ala sinistra del polmone.

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SI ALZO’ DAL LETTO
La situazione peggiorò progressivamente, nonostante le terapie in uso all’epoca. A distanza di cinque anni dall’esordio della malattia, il medico curante formulò una prognosi infausta in tempi brevi. Contrariamente alle aspettative, il 15 ottobre 1881, Suor Maria Cherubina si alzò dal letto e raggiunse il coro senza alcun aiuto. La guarigione fu attribuita alla Beata.

LA RELIQUIA DI MARIA LORENZA
L’iniziativa dell’invocazione fu dell’Abbadessa del Monastero di S. Maria in Gerusalemme che, dal 31 agosto all’8 settembre 1881, volle che nella Comunità monastica si recitasse una Novena alla Madonna e alla Fondatrice per la guarigione di Suor Maria Cherubina. Il 9 settembre 1881 fu applicata sulla religiosa la reliquia della Beata, cioè il teschio che si conservava in Monastero: la suora avvertì un calore che la fece star meglio.

LA GUARIGIONE
La preghiera, fatta con fede da più persone e con applicazione della reliquia, fu univoca e antecedente l’improvviso viraggio favorevole del decorso clinico. Sussiste il nesso causale tra l’invocazione della Beata e la guarigione della religiosa.

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